Un progetto di arance e solidarietà dalla Calabria al Rojava

“Vogliamo partire dalla Terra e dall’autodeterminazione di chi la lavora. Vogliamo farlo rispettando la natura e l’ambiente e in modo collettivo, perché lavorare insieme è il modo migliore per consolidare rapporti umani veri e profondi, fondati su rispetto, reciprocità e dignità”

SOS Rosarno ha una ormai lunga storia alle spalle: da anni lavora nella piana di Gioia Tauro, la parte più povera d’Italia in cui crescono disoccupazione ed emigrazione e, contemporaneamente, affluiscono migliaia di persone dall’Africa e dell’Est. Perché l’agroindustria alimentare ha fame di chi è clandestino e trova nel lavoro nero l’unica possibilità di sopravvivenza. La cooperativa è partita così, mettendo insieme i piccoli contadini (i deboli di sempre) con i nuovi deboli dell’economia globale perché scoprano che insieme  si può rispondere alla sofferenza costruendo speranza e opportunità.

Un impegno di anni, eppure il loro giro economico è ancora molto piccolo e, quindi, la capacità di incidere sul territorio: lo scorso anno, a fronte di 2 milioni di kg di arance e clementine bio prodotti nella zona, con il loro fatturato (230 mila chili) hanno assorbito solo l’8-10% del prodotto disponibile. Numeri magari sufficienti per sostenere la cooperativa ma troppo piccoli costruire un’alternativa reale.

In questo momento, poi, la situazione è più complicata: i magazzini sono fermi e i buyers della grande distribuzione vanno dove il costo della manodopera, e gli standard qualitativi, sono più bassi. In Marocco, che è il primo produttore al mondo di clementine, la manodopera legalizzata costa da 5 a 10 euro al giorno e dal porto di Tangeri partono container per tutti quei paesi dell’est che una volta si approvvigionavano esclusivamente dalla Calabria e dal sud della Basilicata. Le clementine sulle piante però non possono rimanere e, se non ci sono altri sbocchi, l’unica strada è svendere all’industria alimentare. Che le paga 3 cent/kg, quando produrle 1costa da 15 a 25 cent/kg e la raccolta, a 55 € al giorno a lavoratore, incide per altri 13/kg.

“Però quando la cooperativa a cui commissioniamo la lavorazione e grazie alla quale esistiamo ci dice che senza Sos Rosarno avrebbero già chiuso, se il sostegno aumenta di anno in anno, se riusciamo a creare più sinergie, a fare sempre la nostra parte, significa che facciamo bene a vedere il bicchiere sempre mezzo pieno, che stiamo lavorando bene e siamo sulla strada giusta.”

Da poco hanno anche avviato la campagna “Arance SOS Rosarno 2021” per sostenere la sanità della Siria del nord est: arance, limoni e clementine biologiche vendute per finanziare il progetto di solidarietà per il Rojava assediato e sostenerne il sistema sanitario. Dopo l’invasione da parte della Turchia dell’ottobre 2019, c’è una sempre più grave emergenza umanitaria. L’autogoverno del Rojava – un progetto di confederalismo democratico ispirato ai principi dell’ecologia sociale, del femminismo, della multiculturalità e dell’economia solidale – paga infatti l’ostilità e l’embargo della Turchia e dell’Iraq: uno scenario difficile e incerto con cui si misura un progetto di democrazia diretta che, mentre deve ancora difendersi dall’Isis, deve assicurare condizioni di vita accettabili e la ricostruzione di un sistema sanitario adeguato alle esigenze di una popolazione già stremata da una lunga guerra.

Insomma, per SOS Rosarno il progetto economico, quello sociale e quello politico sono strettamente intrecciati: per conoscerli meglio basta andare sul sito della cooperativa “Mani e Terra” sosrosarno.orgfacebook.sos-rosarno

Terra Aut, la libertà di essere bio

La cassetta che ricevi quando fai un ordine in Bottega non contiene solo prodotti alimentari, ci sono anche più di 30 anni di impegno della cooperativa sociale Lo Scoiattolo e le storie dei ragazzi e delle ragazze che lavorano per confezionare quello che hai chiesto nonostante grandi problemi personali.

Ma c’è tanto di più, c’è la passione di piccole aziende familiari e cooperative che hanno scelto di fare impresa con pochi mezzi e in una realtà spesso difficili, che fermentano birre, coltivano terre o allevano pollame, c’è l’idea di un’economia che parte da logiche diverse e condivise per la quale ci impegniamo in prima persona.

Da oggi  trovi anche la prima produzione di passata di pomodoro  biologica del progetto Terra Aut della Cooperativa Sociale Altereco,  che recupera terreni confiscati alle mafie di Cerignola e porta con sé, di nuovo, una storia di coraggio: coltivare queste terre vuol dire mettersi personalmente in gioco e superare logiche omertose più comode e redditizie.

L’anno che viene, come quello che sta finendo, sarà difficile per tutti ma la difficoltà regala occasioni di riflessione e cambiamento, così abbiamo deciso di mettere nel piatto anche il coraggio di questi ragazzi o, come dicono loro, non solo pomodori biologici e buoni ma anche liberi e onesti.
È una piccolissima produzione, sono piccole bottiglie, non è fatta per essere acquistata in quantità ma basta condirci la pasta ogni tanto e condividerla raccontando la sua bella storia a chi siede con noi.

 

Se vuoi conoscere meglio chi produce la passata e perché viene prodotta così:

Pagina Facebook Cooperativa sociale Altereco

https://www.cerignolaviva.it/notizie/la-passata-di-pomodoro-biologica-di-altereco-al-sapore-dell-antimafia-sociale/

https://www.foggiatoday.it/attualita/il-profumo-della-liberta-terra-aut-cerignola.html

http://www.giovaniinnovatori.it/blog/terra-aut-lantimafia-parte-dal-lavoro/