Una buona notizia: la riscoperta del cibo locale

 

Dopo essere diminuito per decenni, il numero delle piccole e piccolissime aziende agricole sta di nuovo aumentando: spesso sono gestite da giovani, che hanno scelto di tornare alla terra e impegnandosi per la qualità di quello che producono. Amano quello che fanno, ma hanno anche bisogno di guadagnarsi da vivere, mentre chi sceglie questo tipo di prodotti deve poterli avere a prezzi ragionevoli.

Per questo è nata la Bottega Volante, una prova di come si possa collaborare tra produttori, intermediari e acquirenti per portare i prodotti locali sulle tavole di chi abita il territorio. Un esperimento importante alla luce della profonda differenza che c’è tra il cibo prodotto localmente da piccoli produttori e quello industriale e che si può  riassumere in dieci punti:

  1. I prodotti sono più buoni. Frutta e verdura vengono raccolte quando sono mature e i trasformati lavorati artigianalmente e in piccole quantità. Poiché non devono essere conservati e trasportati a grandi distanze non devono essere “manipolati per sembrare perfetti” quando arrivano sul banco del supermercato. Comprando locale scopri varietà nuove o semplicemente dimenticati dalle grandi catene, e puoi apprezzare e il piacere di poter consumare nel momento migliore quello che la natura offre in ogni stagione.
  2. E sono anche più freschi. Se il passaggio dalla produzione al piatto è veloce, e i prodotti locali spesso sono acquistati entro 24 ore dalla raccolta, gli alimenti perdono meno sostanze nutritive e non hanno bisogno di essere trattati perché si conservino per giorni o settimane in celle frigorifere, come succede per i prodotti della grande distribuzione.
  3. I produttori preservano la biodiversità. Nel sistema agro-industriale vengono utilizzate solo quelle varietà che crescono rapidamente e in modo uniforme, resistono al raccolto e all’imballaggio meccanizzato e durano a lungo sugli scaffali. I piccoli produttori, al contrario, coltivano o allevano varietà e specie diverse per avere una stagione produttiva più lunga e preservare la ricchezza naturale dei terreni.
  4. Il cibo locale è sano. I produttori locali non sono fornitori distanti e anonimi e sono chiamati a rispondere direttamente ai loro consumatori. Un pomodoro maturato sulla pianta a pochi chilometri da casa tua è molto meglio per la tua salute di uno che arriva magari da 1.000 chilometri di distanza, è stato raccolto acerbo e poi fatto maturare in modo forzato.
  5. Comprare locale crea lavoro locale. Quando le grandi imprese dominano il mercato le aziende locali faticano a sopravvivere. Sostenerle vuol dire aiutare i piccoli produttori a sottrarsi alle politiche al ribasso dei grossisti e aiuta a diffondere pratiche produttive sostenibili che sono possibili solo a scala ridotta.
  6. E sostiene l’economia del territorio. Quando le aziende non appartengono al territorio, il denaro lascia la comunità ad ogni transazione: secondo uno studio della New Economics Foundation un euro speso in un’azienda locale tende a rimanere investito in loco, e genera un reddito doppio rispetto a quello dato a un’azienda che ha sede altrove.
  7. Il cibo locale ritesse la comunità. Quando acquisti localmente, ripristini la storica connessione tra chi produce e chi consuma. Sapere chi produce quello di cui ti nutri ti fa apprezzare il luogo in cui vivi e le persone che lo abitano. In molti casi, ti aiuta a ritrovare il contatto con la natura e ti motiva a difendere un bene comune fondamentale come il terreno agricolo.
  8. Aiuta a proteggere il territorio. Far sì che le aree agricole non siano abbandonate impedisce alle città di espandersi troppo e troppo velocemente, sottraendo la terra al controllo della comunità. Sostenere i fornitori locali è uno degli strumenti più immediati per difendere il territorio: se i produttori guadagnano abbastanza con la commercializzazione locale, è più difficile che accetino di vendere terreni agricoli per l’espansione urbanistica o alle agro-industrie.
  9. Non ha costi nascosti. Gli economisti le chiamano “esternalità negative” e sono tutti che quei costi che, come cittadini, paghiamo per la costruzione e manutenzione delle infrastrutture necessarie alle industrie per vendere in grandi quantità e a grande distanza. Le filiere corte richiedono meno servizi, quindi comprare localmente aiuta anche a diminuire le tasse!
  10. Mangiare locale difende l’ambiente. Le piccole fattorie garantiscono fondamentali servizi ecosistemici: conservano il suolo fertile, proteggono le fonti d’acqua e sequestrano il carbonio dall’atmosfera. L’ambiente agricolo è un mosaico di campi, prati, boschi, stagni che sono l’habitat per la fauna selvatica nelle nostre comunità. Poi, è ovvio, hanno un impatto minimo rispetto alle enormi agro-industrie monocolturali che usano pesticidi e fertilizzanti di origine fossile. Inoltre, le consegne chiedono meno carburante, generano meno gas serra e riducono gli sprechi legati al trasporto e allo stoccaggio.

E per finire, mangiare locale è un investimento per il futuro. Sostenendo gli agricoltori locali contribuisci a far sì che negli anni a venire ci siano ancora aziende agricole nella tua comunità. Un fatto fondamentale a fronte di un futuro energetico incerto, visto che ad oggi la nostra alimentazione dipende quasi interamente dai combustibili fossili necessari per produrre, confezionare, distribuire e conservare il cibo. Se non difendiamo la possibilità di nutrirci con quello che produce il nostro territorio, le generazioni future potrebbero essere davvero nei guai.